Ci sono luoghi ideali per rilassarsi, dove la natura circonda l’essere umano in un abbraccio rassicurante. Abbiamo bisogno di ritrovarci tranquillamente di fronte a uno spazio che il nostro sguardo riesca a contenere.
Si godrà specialmente la vista di un lago non troppo estenso, di un tratto di mare chiuso, della cresta di un rilievo montuoso. Il territorio italiano può offrire molti di questi scorci, benché non manchino visuali più ampie di così.
Varrebbe la pena andare oltre la propria zona di conforto e stupirsi ancora di più alla vista della natura che sfugge a certi limiti imposti: paesaggi tanto belli da provocare turbamento, ma che destano altresì meraviglia.
Sebbene cresciuto in una città portuale alle falde dell’Etna, vedevo la montagna come qualcosa che si delineava a una distanza rassicurante da me. La mia zona di conforto finiva dove la strada battuta cede il passo al bosco oppure alla stazione sommitale della funivia che porta in alta quota, dove lo sguardo non riesce più a contenere i rilievi che degradano verso il mare.
Quel tipo di vertigine davanti al paesaggio montano, l’ho sentita ancora più forte nelle Alpi orientali, in particolare sulle Dolomiti trentine, le cui linee sommitali si estendono frastagliate a perdita d’occhio, ornate di cuspidi che sembrano scolpite. In Trentino ho imparato a lasciar scorrere i pensieri, non l’acqua, come recitava uno slogan all’albergo famigliare dove ho alloggiato.
C’è una cultura dell’accoglienza turistica che è tutta montanara, fatta di cose buone e semplici, come la consapevolezza che le risorse naturali non si sprecano. Ho pensato anche alla famiglia di quell’albergo quando ho registrato La parola – Acqua, una pillola sulla risorsa più abbondante in Italia (e più abbondantemente sprecata)
Pensavo già alle montagne dovendo scegliere una copertina per la pillola di Oggigiorno – Fratelli Bandiera, perché mi sono detto che questi tragici eroi del Risorgimento italiano dovevano avere un orizzonte culturale più ampio di quello imperante all’epoca. Li racconto come due eroi romantici, come penso sia romantica la visione delle creste montuose che ho scelto per quel podcast.
Altre volte, però, certe asperità sono troppo anche per me, perciò ripiego volentieri su dolci colline. So apprezzare i colli bolognesi, ad esempio, attraversati dalla Vespa 50 Special della canzone dei Lunapop. L’ho riascoltata con piacere prima di proporla in una recente pillola, uscita la settimana prima del punto sull’argomento più difficile della grammatica dei verbi: Quando usare il congiuntivo.
L’uso del congiuntivo presenta alcune irregolarità, peggio di un terreno montuoso, perciò la pillola scorsa deve essere metabolizzata nel tempo. La grammatica non è acqua, e non sempre rassicura, perciò va presa a piccole dosi.