La mia avventura di podcaster è cominciata tre anni fa con la prima delle interviste a persone che parlano italiano come lingua seconda o terza, Anche io parlo italiano. Quell’intervista al mio caro amico John è stata scaricata 463 volte a tutt’oggi e rimane disponibile online per nuovi ascolti come lo sono gli episodi successivi della stessa serie, insieme alle più numerose Pillole di italiano che trattano di aspetti linguistici e culturali dell’italiano.
Nel percorso di apprendimento degli uni come degli altri aspetti della lingua, la lettura di vecchi e nuovi classici della letteratura è una pratica non sempre facile ma di sicuro conforto al(la) parlante che voglia proseguire nello studio idiomatico, senza togliere gusto al racconto di varie umanità che dà senso ad alcune tra le pagine più belle del linguaggio immaginativo e poetico. Perciò La lettura ha il posto che le spetta nel progetto divulgativo di Italiano Standard.
La lettura di più recente pubblicazione è tratta dal romanzo di Piero Chiara che ha un titolo quanto mai confortante per chi vive i giorni più freddi nell’emisfero boreale, Il cappotto di astrakan, ma saprà coinvolgere a qualsiasi latitudine chiunque aneli di (ri)vedere Parigi,
quella Mecca alla quale ogni uomo dovrebbe andare pellegrino almeno una volta nella vita.
Il podcast in questione non è una lettura integrale del testo di Chiara, ma solo alcuni estratti per calare chi ascolta nell’atmosfera rarefatta della Ville Lumière, senza spoiler ma piuttosto un invito a godersi la lettura nella sua integralità. Lettrici e lettori scopriranno Parigi come appare nei sogni letterari di un provinciale curioso e avventuroso, che racconta le sue piccole inquietudini e aspirazioni nella grande città.
La voce narrante è quanto mai avvincente perché rivela mentalità e abitudini di vita probabilmente comuni a ogni cultura provinciale, specialmente in Italia e particolarmente nella Lombardia lacustre da dove veniva Chiara, nato a Luino sul lago Maggiore. Così si scopre un giovane uomo di provincia, ancora rozzo ma ingentilito dalla lingua francese, un potenziale stalker eppure vile e pauroso di fronte all’ironia della vie en rose.
Questo “italiano standard” è diverso da quelli già riportati nella serie La lettura: l’inquieto Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci; l’adolescente Elsa Morante, L’isola di Arturo; e poi a ritroso la Lettera da Casablanca di Antonio Tabucchi, L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, Il barone rampante di Italo Calvino, La bella estate di Cesare Pavese, La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio, a ritroso fino a Goffredo Parise e Il prete bello.
Spero che questi ascolti siano avvolgenti come bei cappotti e ringrazio chi li ascolta e chi si presta al progetto di Italiano Standard, come il mio amico John che di cognome fa Coates, “cappotti” in lingua inglese. Buon inverno (oppure estate) a tutte/i.