Se gli ultimi giorni dell’anno sono più o meno prevedibili, scanditi dalle festività che impongono i loro rituali, con la prima settimana di gennaio si riprende la routine. L’essere umano ha bisogno di un certo grado di controllo sui fatti della sua vita, perciò cambiarne le abitudini non è mai facile, per quanto si dica che l’uomo / la donna è l’animale più adattabile al mondo; gli basta un giorno in più sul calendario per agitare lo spettro della sfortuna. Sarà perché, minacciando quel senso di controllo, l’anno bisestile cambia solo un poco le abitudini?
Ne sono accadute di disgrazie negli anni bisestili, basti ricordare i terremoti a Messina (1908) in Friuli (1976) e in Irpinia (1980) nell’anno che è appena cominciato con un sisma distruttivo in Giappone. Come l’arcipelago giapponese, anche l’Italia è un territorio altamente sismico, per cui una pillola di geofisica è sempre di attualità e disponibile in podcast: Oggigiorno – Terremoti, con la speranza di percepire il minimo movimento possibile. D’altra parte, bisestile era anche il 2012, l’anno della “fine del mondo” secondo la predizione maya; siamo ancora qui.
È passato un anno esatto dall’uscita della pillola Oggigiorno – Mogadiscio, che racconta brevemente un episodio della transizione all’indipendenza della Somalia, ex colonia italiana. L’11 gennaio 1948 fu memorabile per quanti si trovarono nelle strade della capitale somala durante l’azione armata della Lega dei giovani somali. La Storia non era certo finita con la fine della Seconda guerra mondiale, né con la fine della Guerra fredda, come ci ricorda l’attualità dei nostri giorni. Vale la pena rinfrescare la memoria in tempi come questi, quando italiani e italiane di origine africana rivendicano il loro posto nella società.
A buon diritto, bisognerebbe accogliere anche le istanze di cittadinanza da parte di immigratə ormai alla seconda generazione in Italia. Proprio oggi ricorre la nascita del Bangladesh come stato indipendente dal Pakistan, l’11 gennaio 1972. Le persone di nazionalità bangladese costituiscono una delle comunità immigrate dall’Asia più numerose in Italia, il che però non basta per farne cittadinə liberə di circolare senza permesso al pari di stranierə europeə. Chissà se l’emigrazione è stata un tema di dibattito politico in vista delle elezioni parlamentari la scorsa settimana in Bangladesh.
Di sicuro, le migrazioni saranno al centro del dibattito nell’Unione Europea, Italia compresa, dove si voterà in giugno per il rinnovo del parlamento di Brussel/Strasburgo. Con le elezioni politiche nel Regno Unito e presidenziali negli Stati Uniti, e una settantina di altre nazioni al voto, questo 2024 promette di essere un anno molto interessante anche per chi vive nel cosiddetto Occidente e per chi vorrebbe venire a viverci. Le porte non sono aperte per tuttə, neanche in un paese di emigrazione storica come l’Italia, oggi paese d’immigrazione dal cosiddetto Sud del mondo.
Il fenomeno delle migrazioni troverà ancora spazio in queste pagine, anche perché diventa una questione linguistica sul piano dell’assimilazione di elementi culturali italiani da parte di gruppi etnici non italiani e viceversa. Dal canto suo, una parte del gruppo maggioritario in Italia si sente minacciata dalla presenza di stranierə, con le loro abitudini diverse. Si tratta di trasmettere gli usi della comunità da una generazione all’altra, impararne di nuovi, persino cambiare abitudini. Se un anno bisestile fosse proprio quello giusto per farlo? Me lo auguro!
Buon 2024!