Per affrontare meglio le situazioni della vita bisogna valutarle in modo adeguato, cioè prenderne le misure. Ogni situazione presenta pro e contro, utilità e svantaggi, implicazioni che non sempre sono chiare da principio.
Come istruttore di italiano, talvolta è capitato anche a me di sbagliare nel valutare il livello di uno/a studente di primo acchito, sarà stato per eccesso di fiducia nel mio stesso intuito. Perciò ho imparato a preferire metodi qualitativi e quantitativi piuttosto che intuitivi nelle mie valutazioni.
La combinazione sistematica dei metodi di misurazione delle competenze linguistiche è basilare nella definizione del Quadro comune di riferimento per lingue elaborato dal Consiglio d’Europa e adottato anche dai maggiori centri di valutazione per la lingua italiana.
Il mio corso di preparazione agli esami di certificazione CILS DUE e CELI 3, che attestano il livello della piena autonomia linguistica (B2) predispone a sostenere tutte le prove delle abilità testate – ascolto, lettura, comunicazione scritta e orale – in un piccolo gruppo con l’obiettivo comune del successo.
Conoscere la propria misura, anche in materia di conoscenza della lingua italiana, può essere un fine che ha la sua ragione in sé, anche indipendente da motivi strumentali per cui ottenere una certificazione, cioè fine a sé stessa (come il podcast più recente, appunto: Quanto).