Il doppiaggio cinematografico ha fatto scuola in Italia, dove un gran numero di attrici e attori continuano a prestare le loro voci per rendere più vicini al pubblico italiano delle storie che originano anche da molto lontano.
Ci sono apprendenti che mi dicono di preferire film e telefilm in italiano giusto per praticare la lingua. Un esercizio che incoraggio, specie quando già si conosce una storia e la si vuole rivedere nella lingua bersaglio, con o senza sottotitoli.
C’è chi ha visto tutto Friends in italiano, e chi invece si rifiuta di guardare una serie in una lingua diversa dall’originale. Io stesso preferisco la versione originale quando posso capire i dialoghi, altrimenti va bene tutto purché l’immagine parli da sé.
Quel che non capisco, però, sono certe strampalate traduzioni di titoli che si farebbe meglio a lasciar stare. Quando è persino impossibile rendere in una lingua quel che è stato concepito in tutt’altra, tanto vale prendersi una licenza, ma che sia poetica.
È il caso di The Sheltering Sky, il romanzo di Paul Frederic Bowles, tradotto come Il tè nel deserto e adattato per il grande schermo da Bernardo Bertolucci; un titolo molto diverso dall’originale eppure non meno evocativo dell’ambientazione.
A Bernardo Bertolucci è dedicato lo scorso episodio di Oggigiorno, all’indomani della notte degli Oscar, mentre Il punto più recente di Italiano Standard è sul verbo ‘godere’ – due podcast in Pillole, da ascoltare immaginandosi le scene.