Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi — B. Brecht
Ma quale popolo non ne ha bisogno? Forse se lo chiedeva anche Brecht, che visse la prima metà del Novecento: un secolo “breve” per il susseguirsi di avvenimenti epocali, e denso di aspirazioni determinanti – nel bene e nel male – i comportamenti di intere nazioni.
Al mito di Mussolini, e di quanti altri – meno noti – avevano combattuto la Prima guerra mondiale, si sostituì il mito del riscatto per la tragedia che il nazifascismo comportava: la Seconda guerra mondiale.
Particolare del “Pugilatore” di F. Messina, Stadio dei Marmi, Roma (1931-1933)
Il mito della resistenza italiana al nazifascismo è rievocato nelle parole del partigiano citato nella più recente delle Pillole di italiano. Non si tratta di storia, ma di grammatica, e si può ascoltare anche qui.
Di mito in senso proprio, cioè come narrazione simbolica, invece, si parla nel podcast La canzone – Andromeda pubblicato il giorno del compleanno della sua interprete, Elodie; novella principessa del pop italiano.
Altro genere di mito è quello incarnato da Giorgio Moroder, il “padre” della disco-music e “artigiano” di suoni sintetizzati, come sapevano bene anche Brian Eno e David Bowie (che gli lavorarono affianco per l’album Heroes)
In questo quadro, vale la pena ascoltare altre due pillole in podcast: Giorgio Moroder, appunto; e senz’altro La parola – Quadro. Scusate il volo pindarico (solo per alludere a un altro personaggio circondato da un alone di leggenda) … Ma non finisce qui: (.) + (,) = punto e virgola.