L’anno scorso Facebook ha sospeso la pagina Italiano Standard per violazione dei loro “Community Standards” che impediscono di creare una pagina appartenente a un brand o un’azienda. Non sono d’accordo con la loro decisione, non penso che il fatto di impersonare ironicamente un concetto astratto come lo standard linguistico sia una mancanza di rispetto nei confronti di chicchessia né che qualcunə possa non sentirsi benvenutə a causa dei contenuti precedentemente postati. Si trattava del lancio di nuove puntate del podcast, per di più totalmente gratuito fino ad allora.
Ho espresso con un click la mia contrarietà alla decisione affinché Facebook provvedesse di conseguenza, ma il sistema di controllo è probabilmente automatico così come il processo controllato; in pratica si tratta di una decisione senza appello accettando la quale non si potrebbe più vedere la pagina con i contenuti pubblicati fino al momento della sospensione. Così quella pagina è come una cellula dormiente, ma chi mi segue sa che il progetto è più attivo che mai.
D’altra parte non nascondo una certa disaffezione per una piattaforma che inganna gli/le utenti mostrando loro solo quello che il famoso algoritmo ritiene interessargli, cioè perlopiù post sponsorizzati oppure spazzatura mediatica. Una quantità di notizie false cui Facebook ha voluto porre limite in modo generico e sbrigativo, anche prescindendo dalle raccomandazioni delle agenzie di fact-checking che riscontrano anomalie nei contenuti pubblicati. In pratica Facebook si è attribuito un ruolo di censore del discorso pubblico, cui sembra voler rinunciare adesso che il vento è cambiato nel Paese dove ha sede.
Il 47° presidente degli USA è il fondatore di un altro social network, Truth. È ironico che il capo della superpotenza capitalistica sia anche il padrone di un’azienda che porta lo stesso nome dell’organo di propaganda del partito comunista russo dai tempi dell’URSS, Pravda. Fatto sta che i social media non riprovano mai le dichiarazioni di esponenti politici per prevenire i danni che possano provocare; comunque, mi pare problematico che pezzi così grossi di vecchi e nuovi media siano essė stessė pesi massimi della politica. Un problema noto sin dai tempi di Berlusconi.
Per ripassare l’esperienza italiana, è ancora disponibile la pillola dedicata al magnate dell’editoria nonché tre volte capo del governo italiano, Silvio Berlusconi. Meno discutibile, invece, è la moralità di una donna che si è battuta per la propria dignità, avviando un processo di cambiamento positivo per tutta la società italiana: la pillola più recente è dedicata a Franca Viola nel giorno del suo compleanno. La prossima pillola, al passo con i tempi dell’influenza stagionale e di altri veleni che s’insinuano oggigiorno, sarà Virus. Non deve fare paura, neanche la pillola musicale che uscirà nei giorni dal clima più rigido: Al freddo.
Brr!