Rievocare il ricordo dei cibi preferiti ci rende felici; per qualcuno/a di noi è un sapore dolce, per altrə piuttosto salato. Con il tempo s’impara a gustare persino l’amaro e l’aspro, almeno l’agrodolce se non l’agro e basta. Ma non si tratta solo di ciò che stimola le papille gustative. Il sapore della vita è buono quando nutre anche l’anima; per esempio, davanti a un bel quadro che non lascia indifferenti, fossero anche i colori crudi di un Caravaggio.
Il carattere del pittore vissuto fra i secoli XVI e XVII emerge nei potenti chiaroscuri delle sue figure, dove il gioco dei riflessi dà efficacia alla rappresentazione artistica e rilievo plastico all’alternanza di piaceri e dolori, come nella vita. All’opera di questo gigante della pittura è dedicato il più recente podcast in pillole, Oggigiorno – Caravaggio perché ancora richiama lo sguardo di chiunque ci si trovi davanti; immagini che conservano ancora tutta la forza espressiva di allora.
Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) fu animato da grande passione e seppe riversarla nell’arte in un modo davvero innovativo. La sua breve vita fu piena di emozioni e non pochi guai che, diciamo così, sapeva procurarsi da sé. Fu anche libero, nei limiti dell’artista che si muoveva in un à mbito tematico ben preciso, secondo la committenza più ricca nei suoi tempi: i temi del ‘sacro’ erano onnipresenti nell’occidente cristiano e premoderno.
Allo stesso periodo storico risale l’istituzione dei ghetti ebraici nelle città d’Europa, inclusa Venezia. La parola – Ghetto proviene infatti dal capoluogo veneto, come ricorda una pillola di vocabolario uscita in Italiano Standard un mese fa e sempre disponibile sulle piattaforme online per ascoltare in streaming e scaricare il podcast. Purtroppo questa parola è ancora di attualità , con nuove forme di segregazione che di fatto limitano le libertà di chi vive nei ghetti contemporanei.
Nell’occidente laico e postmoderno, le libertà (nei rapporti civili, etico-sociali, economici e politici) sono garantite per legge, eppure molte persone si trovano ancora emarginate. Talvolta si tratta di una condizione di isolamento dovuta a privazioni materiali, ma altre volte ci si chiude in sé stessə perché mancano le risorse dello spirito. Il modo di essere e di agire liberamente è una costante del pensiero occidentale, presente anche nella musica leggera italiana.
Italiano Standard ha dedicato recentemente La canzone – Libera a quattro pezzi musicali che affrontano diversamente il tema della libertà . Chi conosce il pop rock italiano non sarà sorpresa/o di trovarci anche un po’ di Vasco Rossi, che ha fatto della libertà la ragione stessa di “una vita spericolata” negli anni dei suoi successi giovanili. Ma da cosa ci si libera poi diventando adultÉ™? Ci si chiede se il modo migliore di sentirsi liberÉ™ non sia sentirsi semplicemente vivÉ™.
Vengono in mente i ricordi più belli, le aspirazioni più alte, le emozioni più forti e le immagini più vivide, che spesso capita di condividere. Che si tratti anche solo di ammirare un chiaroscuro di Caravaggio, assaporare l’agrodolce della ricetta famigliare, sentire il brivido della velocità in autostrada; qualche volta anche una pillola di grammatica può dare un momento di ispirazione.
Il punto – Composto è uscito in podcast una settimana fa con parole come queste (chiaroscuro, agrodolce, autostrada) e un invito a trovare il proprio composto preferito in italiano. Si può scrivere anche qui sotto fra i commenti. La mia giornata avrebbe un altro sapore se qualcuno mi sorprendesse con la sua parola composta.